giovedì 24 agosto 2023

Vite immaginarie

Tutti noi viviamo una vita plurima,
e questo ci è indispensabile
per continuare a vivere:
viviamo la nostra umile vita,
ma ne viviamo anche un’altra,
immaginaria.

Jorge Luis Borges, 1965


Borges si riferisce qui al compadrito, che “si vedeva un po’ come un gaucho”. Qualcuno potrebbe pensare che tale vita immaginaria sia una forma di compensazione della propria misera condizione. Invece credo che il poeta qui ci faccia notare di sfuggita qualcosa che appartiene a tutti, ma proprio tutti: anche a Giulio Cesare mentre scrive il De Bello Gallico; anche a Gesù di Nazareth mentre annuncia il Regno dei Cieli.

Un altro errore potrebbe essere quello di considerare la vita immaginaria come inautentica. Credo sia un errore per il semplice fatto che non esiste una vita non immaginaria. E se anche volessimo teorizzarne l'esistenza, non potremmo immaginarla, né descriverla e parlarne, senza che, facendo ciò, anch'essa diventasse una vita immaginaria.

Viviamo sempre in una narrazione che plasma e dà un senso alla nostra vita, una narrazione fatta di parole, prodotto della nostra immaginazione. La libertà si gioca tutta in questa possibilità di immaginare la nostra vita, di costruire un senso componendo in un mosaico le tessere degli eventi che ci accadono.


 


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