venerdì 28 giugno 2013

Una bella pretesa

Essere ebrei significa da millenni leggere la Torah. Invece essere cristiani ha significato quasi sempre ignorare la Bibbia.

Poi è arrivato Lutero, e allora ignorare la Bibbia è rimasto un vanto dei cattolici, fino al concilio vaticano secondo.

Provando a leggere la Bibbia mi sono accorto presto che ogni sua traduzione è già una problematica e discutibile interpretazione.

Coltivo quindi la bella pretesa di riuscire un giorno a leggere in ebraico non solo la Tanàkh, ma anche il Nuovo Testamento.

Mi ci vorrà un sacco di tempo: come si dice a Roma "ci puoi morire di vecchiaia". Ma io non ho fretta, lo faccio per amore.

Queste pagine sono il mio taccuino di appunti, in un viaggio che è avventuroso e difficile. Perché è una duplice ricerca di senso: senso della parola e senso della vita.

Rendo pubbliche queste mie riflessioni e mi espongo al giudizio impietoso degli altri nella convinzione cristiana che questo mi corregga e mi aiuti.

E spero anche che possa incoraggiare altri, ignoranti avventurosi come me, a mettersi in cammino.

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